Pittore italiano.
Entrato nel 1535 nella bottega di Francesco Salviati, del quale in seguito
assunse il cognome, nel 1539 si trasferì, col maestro, da Roma a Venezia
dove si stabilì definitivamente. Ottenne un notevole successo come
decoratore di facciate di ville e palazzi: eseguì decorazioni plastiche,
“grottesche”, e affreschi di soggetto mitologico, storico o
allegorico. Dipinse anche numerose pale d'altare che, essendo andate perdute
tutte le opere di decorazione, rappresentano l'unico documento delle sue scelte
stilistiche. In esse appare evidente la sua formazione romana per la costante
ripresa dei temi e dei motivi del Manierismo tosco-romano, filtrati attraverso
l'assunzione di valori coloristici e luministici di scuola veneta, tratti dallo
studio delle opere di Veronese, di Tintoretto e di Tiziano. Le chiese veneziane
di Santa Maria della Salute, di Santa Maria del Giglio, di San Paolo, dei Frari,
di San Francesco della Vigna e di San Zaccaria, oltre alla biblioteca Marciana,
conservano la maggior parte delle sue opere (Castelnuovo di Garfagnana, Lucca
1520 circa - Venezia 1575).